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INTERVISTE
Rosario Montalbano
Presidente del Consiglio Comunale
di Giuseppe Poliani


Rosario Montalbano

Il Consiglio Comunale durante la passata legislatura è stato caratterizzato da un anomalo comportamento delle opposizioni che ne hanno costantemente sabotato i lavori non contribuendo, con poche eccezioni, ad assicurare il numero legale durante l'appello, dilatando oltre misura la fase iniziale delle interpellanze, che si protraeva quasi sempre per più di metà delle sedute, ed infine presentando un numero enorme di emendamenti, che consistevano spesso nella semplice sostituzione di una parola con un sinonimo ed artifici simili, per le delibere che non si volevano far passare. Esempio massimo i 20.000 emendamenti presentati per il Piano di Governo del Territorio (poi per la maggior parte ritirati), ma anche le migliaia relativi al Piano Urbano del Traffico, che non si è riusciti ad approvare.
I pareri sono discordi fra chi sostiene che sarebbe stato sufficiente far rispettare il regolamento esistente e chi ritiene che si sarebbe dovuto modificare. La situazione era poi ulteriormente aggravata dalla circostanza che l'Ufficio di presidenza, che avrebbe dovuto essere composto dal presidente, da un consigliere di maggioranza e da uno di minoranza, aveva viceversa due consiglieri di minoranza in quanto il consigliere Grillo non si era dimesso quando Insieme per Monza aveva abbandonato la maggioranza unendosi all'opposizione.


D – Perché non siete riusciti a modificare il regolamento del Consiglio Comunale?

R – Perché non si è concretizzata la comune volontà di farlo! La maggioranza ha più volte sottolineato la necessità di stabilire nuove regole comuni, cosciente del fatto che un nuovo regolamento sarebbe stato utilissimo, ma non c'è stato riscontro positivo. Personalmente ho anche elaborato, con gli uffici, una bozza che ho presentato alla Conferenza dei Capigruppo, ma è rimasta lettera morta.


D – Perché non siete riusciti a far rispettare il tempo limite dei cinque minuti per gli interventi nella fase preliminare?

R – Perché quando è stata posta la questione in Ufficio di Presidenza, organo preposto alla corretta interpretazione del Regolamento, non c'è stata identità di vedute sulla possibilità che ogni singolo consigliere ha di intervenire per cinque minuti totali o per cinque minuti su ogni argomento, per un massimo di quindici minuti. Da tenere presente che quando ho posto la questione in Ufficio di Presidenza, questo era composto, oltre che dal sottoscritto, dai vice presidenti Grillo e Passamani, entrambi rappresentanti dell'opposizione!


D – Quali sono state le scorrettezze più gravi?

R – Credo che ci sarebbe da fare un lungo elenco, ma quella che davvero ritengo la più grave è stata la “pizzata” in aula, anche perché il motivo era davvero, a mio avviso, di assoluta futilità.


D – Qual è stata, a suo parere, la serata migliore e quale la peggiore?

R – Devo dire che di serate positive ce ne sono state certamente più di una, in generale tutte quelle nel corso delle quali si è riusciti ad impostare un confronto sui contenuti, riducendo con la buona volontà di entrambe le parti il livello di contrapposizione strumentale.


D – Che rimpianti ha?

R – Uno su tutti: non essere riuscito a discutere seriamente della possibilità di istituire il Consiglio Comunale dei bambini e dei ragazzi.

D – Come mai il PGT è stato d'incanto approvato? Non è sospetto il comportamento dell'opposizione che, sicura di vincere, sta già pensando a come modificare il tutto a favore di chi sappiamo noi?

R – E' una domanda che andrebbe rivolta ai consiglieri di minoranza. Certo il PGT si configura oggi come uno strumento urbanistico di mandato, perciò appare sicuramente legittimo che ogni maggioranza pensi di adottarne uno confacente alla propria visione di città. Anche cinque anni fa, però, il centrodestra era sicuro di vincere…


D – Ma con quale faccia si possono fare 20.000 emendamenti e poi ritirarli 15 giorni dopo? Cosa c'era scritto in questi 20.000 fogli?

R – Questa è una cosa che risulta incomprensibile anche a me. Credo che il confronto, anche acceso, debba svolgersi sui contenuti e credo che il compito della minoranza sia quello di avanzare proposte concrete e migliorative, non fare di tutto perché la maggioranza non deliberi! In questo modo si arrecano enormi danni alla città!


D – Cosa è stato fatto lo abbiamo visto e bisogna essere ciechi per non vederlo. Ma cosa non avete potuto fare per colpa dell'opposizione e cosa non avete potuto fare per colpa vostra?

R – E' davvero difficile parlare di colpe, e ripartirle in maniera netta fra l'una e l'altra parte! Credo che la maggiore responsabilità della minoranza sia stata quella di praticare il più assoluto ed irragionevole ostracismo in più occasioni e di non aver accettato il confronto sulle regole, mentre da parte nostra in alcune circostanze è mancata una completa consapevolezza dell'importanza di alcuni provvedimenti proposti all'esame dell'aula che meritavano una più decisa volontà deliberativa.


D – Qual è il suo sogno più grande per Monza?

R – Che la POLITICA, quella con tutte le lettere maiuscole, possa tornare in quello che è il luogo deputato al confronto, l'aula consiliare.


D – Ancora oggi si dice che voi non avete pubblicizzato bene quello che state facendo e la gente crede più ai cartelloni di Mariani che ai fatti di Michele Faglia.

R – Credo che questa amministrazione si sia seriamente impegnata per rendere più efficace la comunicazione. Basta ricordare la serie di teloni “Qui Monza migliora”, la veste rinnovata dell'informatore “Tua Monza”, la pubblicazione dei volumi dedicati al bilancio sociale, i confronti semestrali con gli elettori, per citare le cose più importanti, ma è probabile che tutto ciò non sia bastato. Una considerazione, però, sento di poter fare: come non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere! Quanto poi ai cartelloni di Mariani, siamo così sicuri che la gente ci sia cascata? Io ho molti dubbi…


D – Come hanno fatto a resistere a tutti gli insulti quei funzionari comunali che assistono alle sedute del Consiglio e come avete fatto a resistere voi della maggioranza?

R – Non è stato facile per nessuno!!! La professionalità dei funzionari e la pazienza dei componenti la maggioranza sono state molto spesso messe a dura prova. Forse ciò che ci ha sorretto è stato quel senso di responsabilità e di rispetto verso gli elettori che qualche consigliere di minoranza a tratti ha smarrito.

Giuseppe Poliani


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  16 maggio 2007